Il 29 settembre 2022 la Commissione Europea ha ricevuto lo schema di regolamento sulla disciplina del sistema di tracciabilità dei rifiuti e del RENTRI – Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti.
Nel dettaglio, lo schema di regolamento disciplina:
- modelli e formati del registro cronologico dei rifiuti e del formulario di identificazione con l’indicazione altresì delle modalità di compilazione, vidimazione e tenuta degli stessi;
- modalità di iscrizione al RENTRI e relativi adempimenti, da parte dei soggetti obbligati o di chi volontariamente vi aderisce;
- funzionamento del RENTRI comprese le modalità di trasmissione dei dati;
- modalità di condivisione dei dati del RENTRI con l’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) al fine del loro inserimento nel Catasto rifiuti nonché le modalità di coordinamento tra il Mud e gli adempimenti trasmessi al RENTRI.
Il nuovo sistema non prevede hardware, né chiavette usb né black box ha spiegato Daniele Gizzi presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
E anche sul fronte software le cose, garantisce l’Albo, saranno profondamente diverse. I soggetti obbligati all’iscrizione continueranno a mantenere la propria organizzazione, saranno solo obbligati a inviare i dati al RENTRI, che lavorerà come un registro.
Una piattaforma più snella, che proprio per questo costerà anche meno, si prevede un massimo di 100 euro per la prima iscrizione per le imprese di maggiori dimensioni (60 euro per gli anni successivi).
Il RENTRI introdurrà semplificazioni notevoli, dal taglio degli adempimenti cartacei al superamento della restituzione della quarta copia, per non parlare della possibilità per i trasportatori di esporre il formulario su dispositivi mobile.
L’obiettivo è arrivare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno, così come previsto dal cronoprogramma della Strategia nazionale per l’economia circolare.